ParaFARMACIA
Aurora Multisala Petrarca
Studio Medico PoliSpecialistico Mazzini Agenzia Abitare
| Home | Chi siamo | Artisti | Inserimento | Newsletter | Expo | Associazioni | Links | Contatti | Agreements | Eventi |
DELLA ROCCA MAXO - Torino (TO), Tel. 347/3122830 papacarlone68@libero.it www.palatinum.it MAXO DELLA ROCCA
Dio
Ego amor sum
Omada
Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni
Nel preludio alla vita l’arte scultorea di Maxo indaga la complessità dell’universo antropico mediante una ricerca formale raffinata e caparbia, che si esprime nella tensione del soggetto rappresentato. Tale trazione, seppure impercettibile, si rende manifesta nella produzione in marmo, dove la solidità dell’immagine iconografica è posta in dialogo con la natura intellettuale della sua indagine.
Come enigmatiche creature dell’intelletto, le sculture marmoree di Maxo nascono dall’abilità dell’autore di dominare la pietra attraverso un metodo di lavoro preciso ed accurato, che rivela la sua sapienza tecnico-esecutiva, maturata nel tempo da autodidatta. La perizia tecnica, suggerita da un’analisi formale che rivive nell’intransigenza del marmo, evoca l’eco artistica dei più celebri maestri della scultura italiana da Michelangelo a Bernini, dove l’eredità del primo si palesa in “Ricerca della forma” nel ricordo dei prigioni michelangioleschi e quella del secondo si visualizza nell’opera “Psiche senza amore” che offre una suggestiva e vibrante rivisitazione dell’“Ermafrodita dormiente”, oggi conservato al Louvre.
Tracce esistenziali si situano in “Omada”, originale capolavoro di filosofia contemporanea che getta nuove proposte verso orizzonti indefiniti, enigmatici e spirituali.
Nel passaggio dal marmo all’acciaio si verifica un cambiamento repentino del registro stilistico che lascia la via delle ricognizioni estetiche per arricchirsi di simboli e significati pregnanti, correlati ad una denuncia dell’artista verso le costrizioni a cui è sottoposto l’uomo nella realtà contemporanea. In tale contesto gabbie e catene rappresentano i condizionamenti etici, politici e culturali che la nostra società impone e dai quali non esiste via d’uscita. La vita quotidiana diventa prigione dello spirito, l’ergastolo della mente.
Ideatore del Suturismo, Maxo fonda il concetto suturista legandolo all’emisfero empirico dell’uomo. Tale neologismo funge da cerniera tra l’essere e l’esperienza sensibile, sottolineando in modo particolare il dualismo tra interiorità e apparenza in un precario equilibrio tra se stesso e l’“altro”.
Sulla tela le suture sono effettivamente realizzate mediante un procedimento chirurgico che metaforicamente cuce i dati oggettivi con la soggettività assorbita nell’esteriorità. Il concetto suturista racchiude, dunque, un valore di relatività tra natura ontologica e fenomenologica dell’essere. (Sabrina Falzone Critico e Storico dell’Arte - www.sabrinafalzone.info)
Hanno scritto di Maxo Della Rocca
Sabrina Falzone
Per
informazioni digita info @ torinoart.it senza
spazi
(misura anti-spam)