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SCURSATONE DIEGO, Borgata Bouissa 6 , 10060 Villar Pellice (TO)  Tel. 338/1242345   0121/7940 92   reverendgunnar@yahoo.it

 DIEGO SCURSATONE


A new girl in town


Europa


La partenza (nuove interferenze)


Summertime

 

 
Diego Scursatone


Onirica


Revolution (Out of  jetset)


Self portrait with coffee


Umiliazione


Anni '60

 


From morning to Saturn

 


Jazz Club

 


Night Clubbing

 


Subconscio collettivo

Curriculum dell'artista
 

Formazione
Primo Liceo Artistico Statale di Torino
Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino
Kuvataideakatemia a Helsinki (Progetto Erasmus)
Scuola Interateneo di Specializzazione per la formazione degli insegnanti della Scuola Secondaria (SIS).

Esposizioni Personali
2009  “La Metà Fisica dei Luoghi”
, Galleria Fidia Arte Moderna, Roma, a cura di Gino Rossi e Galleria Margutta  102
2006  “Retrospettiva”
, Hiroshima Mon Amour, Torino
2006  “Interzona”
, Galleria Micrò, Torino,  a cura di Angelo Mistrangelo
2004
  “Reality?”, Galleria Artheos, Torino
2004  “Percorsi Funzionalisti”
, Associazione Culturale “I Leonardi”, Villa Capriglio, Torino, a cura di Donatella Galasso
2000   “Luci e Suoni della Città”
, Centro Culturale San Michele, Milano, con Carlos Rao, a cura di Giovanni Cerri
1999   “Silenzi”
, Avoinstudio Galleria, Lahti, Finlandia
1997   “Note Dolenti”
, Circolo Culturale Punti di Vista, Canelli, (AT), a cura di Pino Mantovani.

Esposizioni  Collettive e Partecipazioni
2008    “Superfici Sconnesse”,
Palazzo Barolo, a cura di Elisa Parola, con Paolo Leonardo, Emanuele Cerutti.
2007    “Morphè Arché gli Elementi Svelati: Terra”
, Ecomuseo del Freidano, Settimo Torinese (TO), a cura di Stefano Greco,
              con Enzo Bersezio, Romano Campagnoli, Carlo Giuliano, Pino Mantovani, Francesco  Preverino
2005    “Percorsi di Pace”, Galleria Gard, Roma
2004    “Piemont: Fabryka Kultury”
, Istituto di Cultura Italiana, Cracovia, Polonia; con Alessandro Cane
2001    “6 Fuori”,
Museo della Permanente, Milano
2000    “Realismo Torinese degli anni 90 e Immagini per il 2000”
, Galleria Davico, Torino
2000    “Premio Franco Vasapolli, quarta edizione”
, Chiostro di San Filippo Neri, Torino
1998        “Lion’s Club Bollate”
, Sala d’Aste Comune di Bollate, Bollate (MI), con Marco Memeo
1999        “Lion’s Club Prima Parete”
, Galleria San Fedele, Milano, con Marco Memeo
1997        “Patchwork I”, Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.

Recensioni, critiche, commenti e interpretazioni

        "Pittore di edifici" (di Antonio Dall'Igna) Così, se volessimo usare un'espressione sintetica, definiremmo l'opera di  Diego Scursatone. L'artista, classe 1975, si forma presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. La sua prima produzione è di carattere figurativo: personaggi deformati e senza tempo, maturati in un'inquietudine interiore di rara intensità. La svolta arriva durante un periodo di permanenza in Finlandia, da dove ha anche la possibilità di visitare i luoghi del Nord Europa. «Il Nord Europa è ormai una patria putativa per me», ci dice con innocente orgoglio. Influenzato dai climi freddi, dai paesaggi desolati e intrisi di fiabesca malinconia...  (clicka su "Pittore di Edifici" per leggere l'intera recensione)

            La tua visione, come tu affermi, avvicina il “cittadino” al “bucolico”. Sono immagini deserte, case nelle quali si vive l’intima solitudine, quasi una meditata tristezza. Nei tuoi quadri sento un silenzio metafisico attorno ad una solidità volumetrica. Così mentre la tua pittura rifiuta ogni naturalismo acquisisce mezzi pittorici atti ad esprimere quel senso tragico della vita, della morte e dell’amore, di cui è pervasa la letteratura scandinava. (Giacomo Soffiantino)

             Una strada di città in cui l’unico elemento che registra la presenza umana è un’auto –con evidente differenziazione tecnica da ciò che è l’anima del luogo- oppure dei lampioni a mezz’aria dall’alone surreale. Un edificio che nasce da un attento studio geometrico modulare –che scandisce spazio e tempo spesso grazie all’intervento di numeri che appaiono qua e là- e che sembra tuttavia una apparizione grazie all’uso di tecniche che non prevedono semplicemente la materia pittorica tradizionale…
            …Estremi. Frontiere. Il bilico tra un qualcosa e qualcos’altro. Tra la realtà e il suo ricordo. Tra ciò che è fisicamente e ciò che è nella mente di un uomo, di un artista. Universale e parziale. (Sabatino Cersosimo)

             Le auto, che sembrano essere state appena parcheggiate, le luci delle case accese, sono elementi che evocano la presenza umana senza mai esplicitarla. Ne consegue una leggera sensazione di smarrimento di fronte a immagini che ripropongono, quasi ossessivamente, un medesimo contesto visto da più prospettive, in una concezione dello spazio che si avvale dei propri personalissimi punti di vista, in bilico tra una rappresentazione quasi fotografica e la volontà di sfuggire a quest’ultima, proponendo una visione simile ma allo stesso tempo dissimile dalla realtà…
            … In effetti la riflessione intorno a questi “mancati” non-luoghi non è un’analisi sociale, ma bensì quasi un elogio ad un luogo che troppo spesso viene stigmatizzato come un ambiente dove disagio e frustrazione sono i sentimenti predominanti, che in questo caso invece appare capace di contenere all’interno un’inaspettata energia e potenzialità che la sottrazione di elementi, come persone e azioni, rafforza anziché indebolire. (Donatella Galasso)

           Il cammino di Diego Scursatone si identifica con una continua ricerca di luoghi, di sensazioni, di connessioni tra realtà e invenzione, tra fantasia e colore, tra le luci smorzate delle periferie e la profondità di una umanità rivisitata. Il suo discorso non perde mai di vista il valore dell'immagine, la forza del linguaggio, la graffiante denuncia di una società colta con sottile emozione, con la fermezza di una «scrittura» sempre contenuta dentro i registri di una calibrata espressività…
            … Le finestre che si aprono in un tempo di memorie lontane, i lampioni spettrali, la sedia abbandonata in mezzo alla strada, simbolo della condizione umana, stabiliscono un determinante rapporto con l'osservatore, ricreano emozioni e vibrazioni infinitesimali e, soprattutto, segnano l'universo di Scursatone mai volutamente piacevole o rasserenante, ma testimonianza del suo rivelare il lato segreto dell'esistenza. (Angelo Mistrangelo.)

             Attraverso graffiature e slavature, Diego arriva ad identificare il suo fare pittorico in un processo di sottrazione. Questa è visibile, come del resto lui afferma, nei paesaggi che raffigura: essi sono paesaggi in cui la rappresentazione assume l’aspetto di una scenografia e dove lo spazio e l’architettura sono i soggetti principali. In questo modo Scursatone vuole proporre un punto di vista attraverso cui lo spettatore, grazie al contatto e alle sensazioni che riceve da questi quadri, diventa l’attore principale.    L’opera di questo giovane artista si basa quindi sull’emotività di chi guarda. Questa è il veicolo principale per raggiungere la verità profonda di un’opera, in questo caso dell’opera pittorica.(Alessandro Fabbris.)

             I racconti che Scursatone aveva sempre tenuto nascosti dietro finestre, dentro le case, i vetri delle macchine, sgorgano oggi in storie. L’epifania dei personaggi è l’occhio che si avvicina, come in un’ipotetica sequenza cinematografica.
            Non c’è stacco con quanto prima, ma è lo stile, la storia, che si evolve e prosegue. Cresce rinnovando sé stessa, fedele a quell’espressionismo tecnologico che metabolizza e rielabora la realtà. Cresce e scava. Si avvicina tanto, l’occhio indagatore, che nello scendere nella profondità dei soggetti, sembra attraversarli, e sfociare in un antro comune, collettivo. Un ventre della madre terra, una caverna dell’inconscio, dove tutti stiamo rannicchiati. L’uno accanto all’altro. Eppure, nell’intima solitudine del contatto con sé stessi. Prosegue così, come un libro dal finale ancora aperto, il racconto che sta dentro ai quadri di Scursatone. E sa, il fortunato visitatore delle sue mostre, che ogni quadro è un capitolo nuovo, è la genesi di nuova vita di un nuovo personaggio. Che cresce, sogna, spera, ama e soffre. (Francesco Scarrone.)

 

Hanno scritto di  DIEGO SCURSATONE
Antonio Dall'Igna, Angelo Mistrangelo, Alessandro Fabbris,
Sabatino Cersosimo, Francesco Scarrone
 

 



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